Chi scrive ha una storia lavorativa che nasce nel 1996. Prima semplice collaboratore, poi impiegato, infine capoufficio in una piccola azienda.
Ma la mia esperienza lavorativa ormai è alle spalle, il mobbing che ho subìto ha avuto la conseguenza di farmi perdere il posto di lavoro, ed anche la salute.
Questo blog rappresenta soprattutto un diario, molto parziale, di ciò che mi è capitato.
In esso potrete trovare anche notizie interessanti, informazioni utili, consigli, ma nè questo blog nè altri possono sostituire il supporto di un avvocato specializzato in diritto del lavoro, oppure di uno psicologo. Il mio invito a quanti subiscono una situazione di disagio sul posto di lavoro è comunque quello innanzitutto di confrontarsi con altre persone che soffrono o hanno sofferto lo stesso problema: oggi lo si può fare molto facilmente anche attraverso Facebook, dove esistono - e sono purtroppo molto frequentati - gruppi che affrontano questa tematica.
Invito tutti i lettori a lasciare un commento, anche in forma anonima: più se ne parla, meglio è!

martedì 27 novembre 2012

Sognando

Vivo un momento di grave disagio economico. Il mio più grande desiderio, oggi, è quello di riavere un lavoro, una sicurezza, per me, la mia famiglia, mia figlia sopra ogni cosa. Ma volendo sognare, volendo per un attimo immaginare cosa davvero vorrei per il mio futuro, ovviamente pretenderei qualcosa di più. Non il gratta e vinci vincente, non l’eredità inaspettata… ma ciò che effettivamente sento che mi è stato tolto, in modo violento e ingiusto: il mio lavoro, la mia professionalità… quel senso di stanchezza ma di grande soddisfazione che un tempo provavo la sera, dopo una giornata di lavoro. Rivorrei tutto indietro, con gli interessi. So che ne ho diritto. A convincermene sono la banalità e l’assoluta ingenuità di questo desiderio. Per un attimo vorrei esercitare il potere che per anni ho subito. Ma non per mettere sul lastrico chi ha esercitato quel potere a danno degli altri, per arricchirsi, per sfruttare fino al midollo chi ha avuto la sventura di capitare di sotto. Questo verrebbe comunque dopo, perché la giustizia ha due facce: quella che risarcisce ma anche quella che punisce. La prima cosa che farei se avessi quel potere è ridare voce a chi è stato zittito, diritti a chi è stato prevaricato, occasioni a chi è stato sfruttato. Dimostrare che una azienda è una comunità di persone, in cui la cosa più importante è il capitale umano. Rendere evidente che esiste un profitto etico ed un profitto ladro. Questo farei.