Chi scrive ha una storia lavorativa che nasce nel 1996. Prima semplice collaboratore, poi impiegato, infine capoufficio in una piccola azienda.
Ma la mia esperienza lavorativa ormai è alle spalle, il mobbing che ho subìto ha avuto la conseguenza di farmi perdere il posto di lavoro, ed anche la salute.
Questo blog rappresenta soprattutto un diario, molto parziale, di ciò che mi è capitato.
In esso potrete trovare anche notizie interessanti, informazioni utili, consigli, ma nè questo blog nè altri possono sostituire il supporto di un avvocato specializzato in diritto del lavoro, oppure di uno psicologo. Il mio invito a quanti subiscono una situazione di disagio sul posto di lavoro è comunque quello innanzitutto di confrontarsi con altre persone che soffrono o hanno sofferto lo stesso problema: oggi lo si può fare molto facilmente anche attraverso Facebook, dove esistono - e sono purtroppo molto frequentati - gruppi che affrontano questa tematica.
Invito tutti i lettori a lasciare un commento, anche in forma anonima: più se ne parla, meglio è!

lunedì 13 giugno 2011

Un po' di riposo...

E’ venerdì, sono contento perché è terminata una settimana di inutile lavoro e vado in ferie per circa 10 giorni. Ho salutato prima di andarmene e davvero non so descrivere a parole la faccia che ha fatto il mio capo. Voleva essere formalmente gentile, ma era frenato dalla decisione che ha preso di non darmi confidenza, il tutto condito dall’impazienza che quel momento imbarazzante terminasse. Una vera maschera di carnevale. La mia collega invece ha fatto finta di non sapere che andassi in ferie: non vuole che sia noto il fatto che comunichiamo. In qualsiasi contesto lavorativo dovrebbe essere assolutamente normale che i colleghi sviluppino rapporti cordiali fra loro, tanto più nei team di venditori, dove è noto che il concetto di fare squadra è essenziale. Nel nostro ufficio invece accade l’esatto contrario, ci si imbarazza di ciò che dovrebbe essere normale e necessario, anche prendere un caffè insieme: ciò la dice lunga su quanto questo ambiente di lavoro sia malato. Avendo un siffatto capo, che ha sempre lavorato per creare divisioni fra le persone, è un fatto quasi naturale. Impossibilitato com’è ad esercitare una autorità fondata sulle sue qualità morali, adotta la tattica del “dividi et impera” tipica dei tiranni, che ha buon gioco quando sotto ci sono persone facilmente manipolabili.